Vivere in Inghilterra per lavoro o pensione: vantaggi e svantaggi
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4 risposte a “Vivere in Inghilterra per lavoro o pensione: vantaggi e svantaggi”
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Articolo lacunoso, prima di tutto il binomio Inghilterra – Regno Unito, sono 2 cose diverse, io abito e lavoro in Scozia ed il sistema legale e' diverso dal resto dell'Unione, compresi i costi di affitto e le Leggi che regolano il mercato immobiliare, piu' favorevoli per l'acquirente che non in Inghilterra. Il costo della vita, a parte trasporti, e' paragonabile a quello del nord dell'Italia con pero' il vantaggio che gli affitti costano meno (Glasgow costa molto meno di una metropoli del nord Italia). Il discorso sarebbe lungo ma invito ad informarsi prima di scrivere articoli.
Grazie-
Vero! Cavolo d’articolo !
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Quindi per partire per il Regno Unito bisogna essere laureati con 110 e lode, parlare quasi come uno madrelingua, avere già delle referenze firmate dal Papa e mettersi in testa che ci sono degli orari e che no, non si può saltare il lavoro un pò come capita….Primo, a meno che non lavori in qualche comune dove timbri il cartellino e poi puoi pure sparire per ore anche in Italia, udite udite, ve cacciano se non state a regole, orari e anche a straordinari sotto pagati, e questo lo sai se hai lavorato anche nel Bel Paese, per il resto, c’è gente che parte con incompetenze lavorative immense (anche senza alcuna competenza, tipo se hai 18 anni voglio sapere che competenze puoi avere) e con un Inglese che dire scolastico è un complimentone e riesce comunque a trovare un impiego e pagarsi vitto e alloggio! Quindi no, non vi spaventate (perché questo articolo mette veramente quasi paura) non dovete essere dei top manager per trasferirvi a Londra o in un’altra città Inglese dovete solo volerlo veramente, ma se si prende la valigia e si decide di andare a vivere in un’altra città bisogna per forza volerlo veramente perché bisogna prendersi cura di se stessi contando solo su se stessi, Regno Unito o meno. Non lasciatevi scoraggiare da chi vive oltre manica e sembra che non voglia altri Italiani fra le scatole (ne ho visti molti in giro per i vari forum chissà perché poi visto che se scegli il Regno Unito dovresti essere al corrente che è una delle mete più ambite dai nostri connazionali..dovevi scegliere magari Shangai allora!), non è una passeggiata si, ma la passeggiata non esiste da nessuna parte se stai da solo, se poi non vi piace tornate sui vostri passi, ma non provarci nemmeno perché qualcuno già vi scoraggia in partenza come se steste per andare a vivere su un altro pianeta è sempre un peccato!
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A meno che chi parte intenda andare a fare il pizzaiolo in qualche locale senza troppe pretese, frequenti solo Italiani (e non della migliore condizione economica) e sia disposto a vivere in un appartamento collettivo in periferia direi che probabilmente il 110 e lode non basta (o perlomeno non dà alcuna sicurezza di trovare davvero un impiego soddisfacente). In quanto alle referenze consiglio vivamente di evitare quelle firmate dal Papa, cardinali etc., mentre quelle firmate da professori universitari, operatori aziendali e uomini di affari conosciuti e stimati nel Regno Unito costituiscono un ottimo biglietto di presentazione per avviare un lavoro che dia soddisfazione, oltre a permettere di sbarcare il lunario. Anche se l’Inghilterra (come tutto il Regno Unito) è diversa dagli USA la parola di un personaggio stimato (professore universitario, CEO, operatore finanziario etc.) gode ancora della fiducia popolare; non esime dal superare le prove necessarie per avere un incarico lavorativo (che sono le stesse per tutti), ma vale! Tanto per un Inglese quanto per un Italiano.
Per il resto dubito davvero che la grande maggioranza degli studenti che in qualche ateneo Italiano ha superato per esempio l’esame di accesso alla Facoltà di Medicina possa ripetere il ‘colpaccio’ non dico in una Università selettiva come quella di Cambridge, ma in una qualunque del Regno Unito. Premiare il merito in UK significa appunto questo: selezionare quelli che si collocano un po’ sopra la media delle conoscenze comuni nell’attività da loro prescelta. E’ un concetto che in Italia sfugge perché qui premiare il merito non significa selezionare i migliori ma solo dare una qualche ricompensa a chi fa bene il proprio lavoro (ma come venga stabilito che il lavoro è ben fatto, e da chi, rimane spesso un mistero).
In conclusione, a chi non possiede le caratteristiche implicite nelle righe precedenti sconsiglierei di cercar lavoro non solo in Inghilterra ma ovunque nel Regno Unito.
A meno che chi intende farlo non si consideri un semplice espatriato che tenta la sua fortuna all’estero come un qualsiasi emigrante, soggetto a tutti i controlli e a tutti i sospetti che questa condizione qui comporta.Per finire due note.
(a.) Non pensate che sia sufficiente parlare, e soprattutto scrivere, quel po’ di Inglese che vi hanno insegnato a scuola o ai corsi di lingua. Per vivere in Inghilterra è necessario davvero parlare e scrivere come se l’Inglese fosse la vostra madrelingua. E anche questo non basta. Poiché il linguaggio di un operaio è molto diverso da quello di un medico o di un ingegnere il vostro Inglese dovrà essere consono alla professione che intendete svolgere ma dovrà anche permettervi di interloquire con le persone che qui si considerano ancora appartenenti a ‘classi sociali’ diverse dalla vostra. Vi assicuro che non è cosa semplice.
(b.) In Inghilterra si lavora più o meno come in Italia e in diversi casi gli orari lavorativi sono addirittura più brevi. Se il vostro lavoro è puramente esecutivo non troverete grandi differenze, salvo il fatto che la disciplina è più rigida e la bonarietà non rientra tra le doti (o i difetti, a seconda dei punti di vista) degli Inglesi. Per essere più chiari un semplice richiamo non è quasi mai una paternale ma qualcosa che rischia di avere una influenza importante sulla vostra vita lavorativa e sulla vostra retribuzione. Tutto qui. Ma non fate l’errore di considerarla cosa da poco.
Se invece intendete imboccare la via della meritocrazia dovrete fare qualcosa in più della media dei vostri colleghi. Tenendo conto che questo qualcosa non si valuta a ‘occhio’ ma si misura mediante l’applicazione di modelli statistici piuttosto elaborati e precisi.PS
Chi sceglie di andare a vivere in Inghilterra deve essere consapevole che di certo non va su un altro pianeta ma in paese che ha tradizioni e costumi molto diversi da quelli Italiani. Se non ne è consapevole e non tiene conto delle differenze potrebbe trovarsi anche peggio che su un altro pianeta.
Unico vantaggio: in paio d’ore circa può tornarsene a casa propria.
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