Vivere in Inghilterra per lavoro o pensione: vantaggi e svantaggi

Come fare per trasferirsi a vivere in Inghilterra? Andare in pensione o a lavorare in Gran Bretagna è conveniente? La GB non fa più parte dell’Unione Europea ma questo non influisce sull’interesse che hanno gli italiani a trasferirsi sotto il Regno di Sua Maestà la Regina. Il Regno Unito è un Paese ricco di opportunità dove il tenore di vita è molto elevato. Costa di più abitare rispetto all’Italia. Costano parecchio i trasporti e quindi spostarsi. Ma ci sono soluzioni abitative condivise e possibilità di acquistare casa in modo agevolato. La tassazione è favorevole. Non altrettanto il clima soprattutto se si abita a nord di Londra. E bisogna fare i conti con una religione diverse (cattolica anglicana) ed una realtà molto rigida con le sue regole. Ma anche affascinante e dove il merito viene premiato. Andare a vivere in Gran Bretagna è possibile ma ci vuole tanto impegno, voglia di lavorare. Da pensionati è molto più difficile almeno che non si abbia una pensione elevata o altre risorse da cui poter attingere.

Trasferirsi a vivere in Gran Bretagna: terra delle opportunità a due ore di volo

Il Regno Unito non è solo Londra, città raggiungibile in una media di 2 ore di volo da Roma oMilano. La City non è l’unico luogo dove trovare lavoroe opportunità. Anzi è forse l’ultimo. Troppo costosi gli affitti, eccessivi i prezzi dei trasporti e anche del cibo. Se si ha un lavoro da top manager è giustificabile sostenere la vita a Londra, altrimenti è bene valutare alternative come Manchester, città dall’economia viva. Offre molto svago, impiego sia nel settore industriale che in quello dei servizi.

Trasferirsi a vivere in pensione ( o lavoro) in Inghilterra: vantaggi e svantaggi del Regno Unito
Trasferirsi a vivere in USA  Andare a vivere in Portogallo  Andare a vivere alle Canarie
 Andare a vivere in Grecia  Andare a vivere in Albania  Andare a vivere in Svizzera
 Andare a vivere in Thailandia  Andare a vivere in Germania  Andare a vivere in Romania
 Andare a vivere a CUBA  Andare a vivere in Nuova Zelanda  Andare a vivere in Sud Italia

Vivere in Inghilterra a Liverpool

Liverpool al pari di Manchester è una metropoli vivace. Si trova lavoro nel settore dei servizi in particolare ricettivi e ricreativi. Bristol è la città con il tasso minore di disoccupati. Si guadagna bene e si spende meno che a Londra. E’ una città a misura dei giovani ma anche di quelli più avanti negli anni.

Vivere nel Regno Unito  a Birmingham

Una meta intelligente da scegliere è Birmingham molto sviluppata sul fronte dei servizi. Vi sono tantissimi studenti universitari.

Trasferirsi a vivere a Glasgow e in Scozia

Comunicazioni. Media. Salute. Retail. Sono i settori economici che vanno per la maggiore in Scozia e soprattutto a Glasgow, città scozzese attrattiva anche per gli universitari.

Il caro affitti

Trovare una casa in affitto in centro a Londra significa dover svuotare la propria carta di credito o il portafogli, specialmente dopo la Brexit. Stranieri facoltosi e lavoratori della City non hanno difficoltà a pagare miglia di sterline per mese (anche per settimana – gli inglesi preferiscono questa scadenza) per una piccola abitazione. Il caro affitti è una costante nelle altre città più evolute. Anche i prezzi delle stanze condivise sono molto esosi.

National Insurance Number

Appena giunti nel Paese bisogna fare richiesta del National Insurance Number, il corrispettivo del codice fiscale italiano. Si può avanzare richiesta nei Job centre plus, uffici statali sparsi in ogni quartiere. Senza il National Insurance Number non si può lavorare in Gran Bretagna. Servono Curriculum Vitae e una lettera di presentazione.

Conoscenza della lingua inglese

Scegliere di andare a vivere in un Paese diverso dell’Italia presuppone forti motivazioni e grande determinazione. Alla base vi è la padronanza della lingua inglese. E’ pur vero che in Gran Bretagna vi sono tantissimi connazionali ma anche per fare il portapacchi bisogna conoscere la lingua inglese. Con il tempo si imparerà meglio sul posto. Ma dall’Italia bisogna partire con un’ottima padronanza dell’inglese. Bisogna conoscere la Gran Bretagna e le sue regole. Dalle più elementari come il verso di marcia inverso rispetto all’Italia alla proverbiale rigidità e all’umorismo tipico dei sudditi di Sua Maestà. Se non si è “preparati” meglio evitare di partire.

Trovare lavoro in Gran Bretagna

Bisogna arrivare con un’idea ben definita e una competenza specifica, altrimenti se prima ci si trasferisce in Inghilterra, POI ci si mette a cercare un lavoro, è bene fare il biglietto andata e ritorno. La Gran Bretagna ( qui il sito del Governo inglese)  ha un importante settore manifatturiero e logistico. E’ possibile trovare lavori anche da operai ma preferibilmente specializzati. Altrimenti non sarà possibile sostenere il costi della vita.
Trovare impiego negli uffici è possibile nella finanza, l’economia, la gestione del risparmio, l’ingegneria. Ma bisogna essere molto preparati e professionali.

Cercare casa da privati

L’ideale è rivolgersi alle agenzie immobiliari per evitare di dover studiare a fondo tutte le regolamentazioni e dover sbrigare le pratiche inerenti all’affitto o all’acquisto. Le commissioni da riconoscere sono piuttosto elevate. Esistono siti di annunci di privati molto ben fatti. Conoscendo bene la lingua inglese e non avendo pretese assurde si trova la giusta soluzione abitativa anche condivisa per iniziare senza prendersi in carico troppe spese.

Sistema meritocratico

La Gran Bretagna premia il merito. Se si è ligi al proprio dovere, bravi nello svolgere le mansioni, rispettosi degli usi e dei costumi, si può partire. A Londra non si può vivere da italiani. L’improvvisazione non esiste.
Attualmente con la Carta d’Identità italiana si può circolare liberamente. Basta registrarsi per l’Insurance Number. Trovare casa (avendo un lavoro). Fare tanti sacrifici e alla fine avere le proprie soddisfazioni.
La burocrazia inglese è snella ed efficiente. Basta una giornata per sbrigare una pratica anche se si tratta di aprire un’azienda.

Commenti

4 risposte a “Vivere in Inghilterra per lavoro o pensione: vantaggi e svantaggi”

  1. Articolo lacunoso, prima di tutto il binomio Inghilterra – Regno Unito, sono 2 cose diverse, io abito e lavoro in Scozia ed il sistema legale e' diverso dal resto dell'Unione, compresi i costi di affitto e le Leggi che regolano il mercato immobiliare, piu' favorevoli per l'acquirente che non in Inghilterra. Il costo della vita, a parte trasporti, e' paragonabile a quello del nord dell'Italia con pero' il vantaggio che gli affitti costano meno (Glasgow costa molto meno di una metropoli del nord Italia). Il discorso sarebbe lungo ma invito ad informarsi prima di scrivere articoli.
    Grazie

    1. Patrizia piromallo

      Vero! Cavolo d’articolo !

  2. Quindi per partire per il Regno Unito bisogna essere laureati con 110 e lode, parlare quasi come uno madrelingua, avere già delle referenze firmate dal Papa e mettersi in testa che ci sono degli orari e che no, non si può saltare il lavoro un pò come capita….Primo, a meno che non lavori in qualche comune dove timbri il cartellino e poi puoi pure sparire per ore anche in Italia, udite udite, ve cacciano se non state a regole, orari e anche a straordinari sotto pagati, e questo lo sai se hai lavorato anche nel Bel Paese, per il resto, c’è gente che parte con incompetenze lavorative immense (anche senza alcuna competenza, tipo se hai 18 anni voglio sapere che competenze puoi avere) e con un Inglese che dire scolastico è un complimentone e riesce comunque a trovare un impiego e pagarsi vitto e alloggio! Quindi no, non vi spaventate (perché questo articolo mette veramente quasi paura) non dovete essere dei top manager per trasferirvi a Londra o in un’altra città Inglese dovete solo volerlo veramente, ma se si prende la valigia e si decide di andare a vivere in un’altra città bisogna per forza volerlo veramente perché bisogna prendersi cura di se stessi contando solo su se stessi, Regno Unito o meno. Non lasciatevi scoraggiare da chi vive oltre manica e sembra che non voglia altri Italiani fra le scatole (ne ho visti molti in giro per i vari forum chissà perché poi visto che se scegli il Regno Unito dovresti essere al corrente che è una delle mete più ambite dai nostri connazionali..dovevi scegliere magari Shangai allora!), non è una passeggiata si, ma la passeggiata non esiste da nessuna parte se stai da solo, se poi non vi piace tornate sui vostri passi, ma non provarci nemmeno perché qualcuno già vi scoraggia in partenza come se steste per andare a vivere su un altro pianeta è sempre un peccato!

  3. Maurizio Magnani

    A meno che chi parte intenda andare a fare il pizzaiolo in qualche locale senza troppe pretese, frequenti solo Italiani (e non della migliore condizione economica) e sia disposto a vivere in un appartamento collettivo in periferia direi che probabilmente il 110 e lode non basta (o perlomeno non dà alcuna sicurezza di trovare davvero un impiego soddisfacente). In quanto alle referenze consiglio vivamente di evitare quelle firmate dal Papa, cardinali etc., mentre quelle firmate da professori universitari, operatori aziendali e uomini di affari conosciuti e stimati nel Regno Unito costituiscono un ottimo biglietto di presentazione per avviare un lavoro che dia soddisfazione, oltre a permettere di sbarcare il lunario. Anche se l’Inghilterra (come tutto il Regno Unito) è diversa dagli USA la parola di un personaggio stimato (professore universitario, CEO, operatore finanziario etc.) gode ancora della fiducia popolare; non esime dal superare le prove necessarie per avere un incarico lavorativo (che sono le stesse per tutti), ma vale! Tanto per un Inglese quanto per un Italiano.
    Per il resto dubito davvero che la grande maggioranza degli studenti che in qualche ateneo Italiano ha superato per esempio l’esame di accesso alla Facoltà di Medicina possa ripetere il ‘colpaccio’ non dico in una Università selettiva come quella di Cambridge, ma in una qualunque del Regno Unito. Premiare il merito in UK significa appunto questo: selezionare quelli che si collocano un po’ sopra la media delle conoscenze comuni nell’attività da loro prescelta. E’ un concetto che in Italia sfugge perché qui premiare il merito non significa selezionare i migliori ma solo dare una qualche ricompensa a chi fa bene il proprio lavoro (ma come venga stabilito che il lavoro è ben fatto, e da chi, rimane spesso un mistero).
    In conclusione, a chi non possiede le caratteristiche implicite nelle righe precedenti sconsiglierei di cercar lavoro non solo in Inghilterra ma ovunque nel Regno Unito.
    A meno che chi intende farlo non si consideri un semplice espatriato che tenta la sua fortuna all’estero come un qualsiasi emigrante, soggetto a tutti i controlli e a tutti i sospetti che questa condizione qui comporta.

    Per finire due note.
    (a.) Non pensate che sia sufficiente parlare, e soprattutto scrivere, quel po’ di Inglese che vi hanno insegnato a scuola o ai corsi di lingua. Per vivere in Inghilterra è necessario davvero parlare e scrivere come se l’Inglese fosse la vostra madrelingua. E anche questo non basta. Poiché il linguaggio di un operaio è molto diverso da quello di un medico o di un ingegnere il vostro Inglese dovrà essere consono alla professione che intendete svolgere ma dovrà anche permettervi di interloquire con le persone che qui si considerano ancora appartenenti a ‘classi sociali’ diverse dalla vostra. Vi assicuro che non è cosa semplice.
    (b.) In Inghilterra si lavora più o meno come in Italia e in diversi casi gli orari lavorativi sono addirittura più brevi. Se il vostro lavoro è puramente esecutivo non troverete grandi differenze, salvo il fatto che la disciplina è più rigida e la bonarietà non rientra tra le doti (o i difetti, a seconda dei punti di vista) degli Inglesi. Per essere più chiari un semplice richiamo non è quasi mai una paternale ma qualcosa che rischia di avere una influenza importante sulla vostra vita lavorativa e sulla vostra retribuzione. Tutto qui. Ma non fate l’errore di considerarla cosa da poco.
    Se invece intendete imboccare la via della meritocrazia dovrete fare qualcosa in più della media dei vostri colleghi. Tenendo conto che questo qualcosa non si valuta a ‘occhio’ ma si misura mediante l’applicazione di modelli statistici piuttosto elaborati e precisi.

    PS
    Chi sceglie di andare a vivere in Inghilterra deve essere consapevole che di certo non va su un altro pianeta ma in paese che ha tradizioni e costumi molto diversi da quelli Italiani. Se non ne è consapevole e non tiene conto delle differenze potrebbe trovarsi anche peggio che su un altro pianeta.
    Unico vantaggio: in paio d’ore circa può tornarsene a casa propria.

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