Trasferirsi a vivere in Croazia in pensione conviene? Vediamo insieme i possibili vantaggi e gli svantaggi di questo scelta di vita.
Di fronte al tema migranti c’è in questo periodo storico molto da dire.
Tralasciamo il problema dei migranti in arrivo in Italia: le cronache già dicono molto.
Cerchiamo di capire le motivazioni dei migranti italiani, e nello specifico i pensionati, comprendendone le scelte, per poi dedicarci all’aspetto di andare a trasferirsi vivere in Croazia in pensione.
Perchè trasferirsi a vivere in Croazia in pensione?
Il fenomeno dei migranti italiani pensionati è un fenomeno in costante crescita. Molti cittadini italiani, pensionati, decidono di abbandonare il belpaese per cercare di trovare un “luogo” che possa offrire una maggiore convenienza economica, minore pressione fiscale, una migliore qualità della vita. Il nostro paese ha sottoscritto diversi trattati internazionali, bilaterali, al fine di garantire ai pensionati italiani, che cambiano residenza verso un paese terzo, una “detassazione” del reddito pensionistico pagato dall’ente preposto (INPS).
I pensionati beneficiari di un assegno pensionistico medio/basso optano per una migrazione verso paesi che possano garantire livelli di vita migliori, comparando una situazione italiana che garantirebbe, con lo stesso assegno pensionistico, una vita “povera”, e comunque con meno prospettive di una vita dignitosa.
I paesi maggiormente interessati dal fenomeno “migrazione pensionistica italiana” sono diversi: si va dai paesi comunitari come Germania, Svizzera, Belgio, Spagna, Portogallo, Canarie, a paesi africani come Tunisia e Marocco, ma anche Grecia, Albania, Romania, Bulgaria e lo stesso Sud Italia se si arriva dal Nord. Molti di tali paesi permettono con una pensione di circa 800 Eur al mese di vivere più che dignitosamente rispetto all’Italia. QUI idee su quali paesi scegliere.
Uno dei paesi preferiti dai pensionati italiani è giusto dall’altra parte dell’Adriatico: la Croazia.
Trasferirsi a vivere in Croazia: la nuova terra di frontiera per i pensionati italiani
La Croazia è una nuova terra di frontiera per i pensionati italiani, e si trova giusto accanto al nostro territorio.
La Croazia, come noto, è uno stato membro della Comunità Europea, situata dall’altra parte del mare Adriatico: un paese nuovo, in via di modernizzazione, che cerca di “dimenticare” le crisi belliche degli anni ’90.
Come ogni territorio, esistono luoghi più o meno costosi. Le zone prettamente turistiche della Croazia (zone di mare) sono più costose delle città meno esposte al fenomeno turistico. Pola è una città croata ben conosciuta da noi italiani, così come Rijeka (Fiume). Zagabria è la capitale della Croazia, e come ogni capitale è più costosa di altre città periferiche. Mare, boschi, montagne sono le ricchezze naturali di cui possono beneficiare i pensionati italiani che decidono di migrare in Croazia.
Qualche notizia sulla vita e costo della vita in Croazia.
Uno dei fattori più importanti che spinge le persone a trasferirsi a vivere in Croazia in pensione, è quello economico: diamo un veloce sguardo ai prezzi di molti beni in Croazia, possiamo dire che la convenienza rispetto alle zone settentrionali dell’Italia è evidente, e netta. La differenza si assottiglia un poco se compariamo i prezzi di alcune città del Sud Italia con i prezzi della Croazia.
La moneta croata è la Kuna: un esempio veloce. Una pizza di buona qualità in Croazia costa circa 50 Kune, circa 8 Euro (servizio interno ai tavoli). Una bibita come la Coca-Cola si può acquistare con circa 7 Kune, un gelato 5 Kune etc.
Dando un occhio ai paesi della Comunità Europea, la Croazia è uno dei migliori paesi per rapporto qualità della vita/prezzi; il paese è in veloce trasformazione ed in via di piena modernizzazione. La situazione politica è discreta, e la Comunità Europea sta stimolando un intenso piano di riforme nel territorio.
Lingua officiale è il croato che un migrante dovrebbe mettere in conto di imparare specie quando si ha a che fare con le pubbliche amministrazioni locali. La Croazia offre, tuttavia, agenzie locali che offrono servizi di interpretariato ed assistenza per i pensionati italiani in arrivo.
Italia – Croazia un legame storico che riprende vigore
La situazione politica abbastanza stabile, la buona ricettività del settore turismo, l’estrema vicinanza al territorio italiano stanno trasformando la Croazia in un’ottima meta di migrazione per i pensionati che desiderano lasciare l’Italia.
Il fattore turistico è di estrema importanza quale primo punto di valutazione della Croazia quale luogo ideale per vivere da pensionati. Molti italiani, di ritorno dalle vacanza in Croazia, specie sulle coste della Dalmazia, valutano seriamente se sia il caso di trasferirsi in un paese che presenta forti segni di somiglianza con l’Italia: il clima, la storia, il cibo etc.
Trasferirsi a vivere in Croazia in pensione ma anche per lavoro
Città croate ben note agli italiani sono Spalato dove si trova una forte comunità di italiani. Maggiore presenza di italiani vi è a Fiume, dove vi è una sede dell’Unione Italiana. A Zagabria le comunità italiane si mescolano continuamente con le comunità tedesche, francesi e di altri cittadini comunitari. Il trend della presenza degli italiani in territorio croato è in continua ascesa, sia per il turismo stagionale, sia per una presenza definitiva nel territorio.
Oltre la molteplicità di fattori che fanno da richiamo ai pensionati italiani che lasciano l’Italia in direzione “definitiva” Croazia, vi è la Kuna croata pari ad un quinto dell’ Euro, con un potere di acquisto più che soddisfacente se consideriamo che percepisce lo stipendio, una pensione o altra entrata economica.
Il costo per l’affitto di una abitazione ha un prezzo accessibile: i prezzi degli affitti italiani sono una realtà lontana.
Il costo della benzina è inferiore del 60% rispetto all’Italia. Come noto dal “turismo dentistico” proposto da centri croati in Italia, le cure dentarie sono accessibili in Croazia facilmente da parte dei pensionati italiani.
I prodotti alimentari costano circa il 40/50% in meno di una spesa simile in Italia e così via.
Trasferirsi a vivere in Croazia in pensione o per lavoro: l’Istria ‘italiana’
Spalato, la città natale dell’imperatore romano Diocleziano, ospita una comunità di oltre duemila italiani. A Fiume ce ne sono il doppio, organizzati intorno ad un edificio storico, sede dell’Unione Italiana. Nella capitale, Zagabria, millecinquecento connazionali si uniscono ogni giorno alle comunità austriache, tedesche, francesi e inglesi. Ed è un trend è in crescita ovunque. La kuna croata, un quinto di euro, conosce rivalutazioni periodiche ma offre ancora un potere d’acquisto molto interessante, per chi riceve emolumenti, stipendi o pensioni in euro. Affittare una casa costa pochissimo, rispetto all’Italia; la benzina costa il 60% in meno e le spese sanitarie, e su tutte quelle odontoiatriche, sono accessibili da chiunque. Al supermercato, per i beni di consumo di tutti i giorni, si spende circa il 50% di quanto si farebbe a Roma o Milano e così via. Non si vuol dipingere la Croazia come il “paradiso” per i pensionati italiani, ma un luogo dove è possibile beneficiare di una migliore qualità della vita con una pensione italiana rispetto all’Italia.
Spostare la propria pensione in Croazia
In Croazia esistono diverse aliquote applicabili in base all’entità della pensione: si parte dal 12%, poi 25% e massimo 40%. Aliquote non comparabili con quelle che sono a carico di un medio pensionato in Italia.
Il fattore fiscale è di forte presa su chi decide di trasferirsi, in via definitiva, all’estero. Chi porta la propria pensione all’estero, specie verso alcuni paesi con cui l’Italia ha stretto delle convenzioni, riceve la pensione lorda (senza trattenute fiscali) e paga le tasse secondo le aliquote previste dal paese di arrivo (la Croazia è uno di questi paesi con cui esiste convenzione specifica).
Il trasferimento all’estero non deve essere fittizio: è necessario risiedere nel paese prescelto, Croazia inclusa, per almeno 183 giorni (metà anno). In Italia non bisogna avere né domicilio, né residenza.
Passo successivo è l’iscrizione all’AIRE. L’iscrizione all’anagrafe dei residenti all’estero comporta la richiesta di cancellazione dall’anagrafe del comune italiano di residenza. L’iscrizione all’AIRE va fatta entro tre mesi dall’arrivo nel nuovo paese. L’iscrizione comporta “il non essere più residente”, ed il poter beneficiare delle aliquote fiscali del paese di destinazione.
Importante, come ultimo step, è comunicare all’Inps, con raccomandata, la richiesta di erogazione della pensione su un conto corrente estero (coordinate IBAN).
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