APE SOCIAL è la possibilità di avere la pensione anticipata senza penalità, a chi spetta? Quando bisogna fare al domanda per l’APE Sociale ? Quale sarà l’importo? Quanti anni di contributi ci vorranno per poter avere il diritto ad usufruire di Ape Social? Quanti anni di età bisogna avere?
Dopo
APE arriva APE Social: andare in pensione anticipatamente sta diventando un bisogno di tutti, visto che ormai l’età pensionistica si è spostata così in avanti per problemi demografici che è difficile anche solo immaginare una persona normale lavorare fino a 70 anni. Dal 2018 sia gli uomini che le donne potranno andare in pensione a 67 anni e l’età pensionabile si allungherà per lo meno fino a 70 anni, ecco che strumenti come APE Social permetteranno di usufruire della pensione in tempi più umani, liberando anche posti nel mercato di lavoro.
APE SOCIALE
Il Presidente del Consiglio Gentiloni ha firmato ad Aprile 2017 il decreto attuativo per l’APE Social, che servirà a far andare in pensione chi ha più di 63 anni di età anagrafica, 30 anni di contributi versati e che si trova con dei problemi economici e che si trova ad un massimo di 3 anni e 7 mesi dalla pensione.
Questione di poche settimane per l’ITER legislativo. Ora il decreto dell’APE Social già firmato dal capo del Governo, dovrà passare per l’approvazione del Consiglio di Stato ( una formalità) e poi verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, da lì, dopo 30 giorni sarà valido.
Quando si può fare la domanda per l’APE SOCIAL ?
ATTENZIONE IMPORTANTE: la domanda per APE Social bisognerà farla all’INPS tra il 1° Maggio e il 30 Giugno 2017, per avere il 1° pagamento tra settembre e dicembre 2017.
Per il 2018 invece, le domande potranno essere presentate tra il 1° gennaio ed il 30 marzo per avere il 1° pagamento a Giugno 2018.
NON SI SA’ se per il 2019 esisterà ancora un’APE Social, per il momento è una misura sperimentale.
La spinta in materia previdenziale è inversa.
Fino a poco tempo addietro l’obiettivo dei Governi era innalzare l’eta pensionabile. Ora il proposito è quello di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Un’operazione quest’ultima da fare il più possibile e a costo zero senza cioè investire troppi soldi dello Stato ma attraverso l’apertura di una sorta di prestito a carico degli aspiranti pensionati.
APE SOCIALE: Accordo Governo – sindacati sulle Pensioni
L’esecutivo e i rappresentanti sindacali hanno siglato un
verbale condiviso sulla
riforma del sistema pensionistico. L’impegno di spesa ammonta a 6 miliardi spalmati su 3 anni. Gli interventi in materia delle pensioni avranno
natura strutturale e quindi permanente. Al tavolo di discussione si è parlato anche dell’Ape, dell’intervento sui lavoratori precoci e dell’estensione e l’aumento della quattordicesima per i pensionati con i redditi più bassi.
L’istituto della quattordicesima verrà allargato ad una platea di 3.3 milioni di pensionati. Rientreranno coloro che hanno redditi complessivi personali fino a mille euro al mese pari a massimo 2 volte il minimo. Quasi 1.2 milioni in più rispetto agli attuali beneficiari. Per i 2.2 milioni che hanno già il beneficio, l’importo sarà aumentato ma non è ancora stato definito di quanto.
Agevolazioni in vista per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni ( i cosiddetti lavoratori precoci). L’uscita anticipata per loro avverrebbe con 41 anni di contributise si si tratta di un lavoratore in difficoltà: disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose.
Assegno minimo
Capitolo a parte riguarda l’Ape, l’anticipo pensionistico su base volontaria. Si dovrà avere maturato una pensione “non inferiore a un certo limite”. Il limite minimo non è stato ancora quantificato.
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Anticipo pensionistico Ape
L’obiettivo è offrire l’opportunità alle persone di uscire dal mondo del lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima (con almeno
20 anni di contributi versati) con un p
restito bancario assicurato, a cui si accede attraverso l’
Inps, da rimborsare con
rate mensili per 20 anni. QUI:
conviene prenderla?
Perchè un’ APE Sociale
Si tratta dell’accesso gratuito all’Ape per le categorie più svantaggiate: disoccupati senza ammortizzatori, lavoratori usuranti, chi ha esigenze di cura. Il provvedimento dovrebbe riguardare anche chi è parte di ristrutturazioni aziendali per un costo stimato di 600 milioni di euro. I provvedimenti riguardano anche la ricongiunzione non onerosa dei contributi versati in gestioni previdenziali diverse.
L’intervento dovrebbe interessare anche i lavoratori precoci cui verrà corrisposto un bonus contributivo per accedere alle pensione anticipata, ma con ogni probabilità solo se hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni. Nella prima ipotesi la soglia era fissata sotto i 18 anni. In questo caso la platea dei beneficiari sarebbe più elevata.
L’esecutivo non intende varare una nuova riforma delle pensioni, per non creare ripercussioni a Bruxelles e sulle altre istituzioni internazionali. La Legge Fornero praticamente non si tocca come chiedevano i sindacati. Dall’altro lato le priorità sindacali sono di introdurre elementi di flessibilitànell’età di pensionamento e ristabilire principi di equità. Le risorse sono poche.
L’Ape Sociale sarà un reddito ponte
L’anticipo pensionistico su base volontaria non sarà un vero e proprio assegno pensionistico bensì di un reddito ponte. Sarà agevolato o del tutto gratuito per le categorie di lavoratori più deboli, quindi pagato interamente dallo Stato. Poi ci sarà un piccolo contributo, con gradualità, mano a mano che il reddito supererà una certa soglia.
Il Governopotrebbe fissarla a 1.500 euro lordi, all’incirca 1.200 netti. I sindacati, in particolare la Cgilvorrebbero invece aumentarla a 1.650 euro. Ma sono tutte ipotesi allo studio e che dovranno fare i conti con le casse vuote e il poco margine di manovra. Difficile immaginare nuove tasse per foraggiare il sistema pensionistico. Altrettanto poco credibile drenare risorse dai tagli in altri settori. Per avere un quadro completo e definito bisognerà attendere la Legge di Bilancio.
Critici i sindacati. “I 6 miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamogli esodati e il resto della piattaforma”. Ad affermarlo il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. Il sindacalista ha parlato di “un buon lavoro” anche se “non è finito” in quanto “la discussione continua”. Tanti e troppi i nodi da sciogliere.
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