Pensioni Novità Dicembre 2017 APE Pensione Anticipata Aumento Minime

Ecco le novità sulle pensioni di Novembre; le Pensioni anticipate, Legge di Bilancio 2017
La scommessa del Governo Renzi è quella di mandare molti lavoratori in anticipo in pensione per provare a fare spazio ai più giovani. Se la formula sortirà i suoi effetti è presto per dirlo. Anche perché ancora si è nella fase della discussione della Legge di Bilancio a cui è collegata questa mini riforma pensionistica.

Legge di Bilancio in Parlamento

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha firmato in queste ultime ore, il decreto di autorizzazione alla presentazione alle Camere del disegno di Legge di Bilancio. Il Quirinale rimarca come si tratta delle “prima occasione nella quale si applicano le nuove regole sul Bilancio”. Il testo passa quindi al vaglio del Parlamento nel dibattito che coinvolgerà Camera dei Deputati e Senato.

Pensioni: aumentato il fardello sulle generazioni future

Il presidente Inpsha manifestato tutte le sue perplessità nel corso di un dibattito sul welfare a Torino, sulla questione degli esodati. “Mi sembra che gli impegni del governo sulle salvaguardie degli esodati non siano tanto credibili”. Boeri mette in dubbio la tenuta di Matteo Renzi. “Bisogna vedere se il governo avrà la forza per farlo”.
Boeri nel corso di diverse interviste ha sottolineato che “la manovra sulle pensioni” rischia di “aumentare il fardello che grava sulle generazioni future”.

Il debito pensionistico aumenterà di 20 miliardi

Impietose le stime dell’Istituto di Previdenza italiana. In base agli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull’Ape social, si “aumenta il debito pensionistico di circa 20 miliardi”. Oltre ad “altre questioni aperte, che possono generare ulteriori spese”. Se l’Ape social si trasformasse in forma strutturale ci sarebbero “altri 24 miliardi di debito pensionistico. Dunque in totale 44 miliardi in più”.

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Pensioni: nuove norme sull’uscita anticipata dal lavoro

La Legge di Bilancio 2017 introduce l’anticipo pensionistico detto Ape. I lavoratori, dipendenti ed autonomi, potranno uscire dal mondo del lavoro a 63 anni, fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi prima della pensione di vecchiaia. Non si andrà in pensione. L’Ape, infatti, prevede la restituzione dell’anticipo – prestato dalle banche – in forma di rate nell’arco di 20 anni, addebitate in automatico sulla futura pensione. La penalizzazione media (quindi l’incidenza delle rate) sarà compresa tra il 5 o 6% dell’importo della pensione, la cifra massima però si aggirerà intorno al 25%.
Potranno cessare l’attività lavorativa in anticipo i lavoratori impegnati in attività usuranti, i lavoratori precoci, beneficiari della cosiddetta “Ape social” e coloro che usufruiranno del cumulo gratuito dei contributi previdenziali.

Pensioni: i lavori usuranti

In base alle prime stime all’incirca 5 mila lavoratori, impegnati in attività usuranti, potranno essere collocati a riposo nel 2017. Il pacchetto pensionistico farà venire meno il requisito di essere stato impiegato in un lavoro usurante nel corso dell’ultimo anno di contribuzione prima della pensione. I pensionandi dovranno avere sostenuto 7 anni di lavoro usurante negli ultimi 10 o essere stati impiegati in mansioni faticose per almeno il 50% della propria storia lavorativa.

Pensioni: i precoci

La cosiddetta pensione anticipata riguarderà anche i lavoratori precoci. Con l’introduzione della “Quota 41” potranno andare in pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi senza il vincolo dell’età anagrafica. Sarà necessario avere lavorato e versato i contributi per almeno 12 mesi prima dei 19 anni.

Novità Ape social

I lavoratori che chiederanno l’anticipo della somma dalla banca potranno usufruire della nuova Ape. Lo potranno fare anche quelli che si trovano in condizioni sociali ed economiche disagiate. Accederanno all’Ape social a costo zero, a carico dello Stato, interessi compresi. Questo beneficio andrà a chi percepisce redditi molto bassi, ai disoccupati senza ammortizzatori sociali o a chi versa “in condizioni soggettive di bisogno”.

Cumulo gratuito di contributi

Tra le varie novità l’estensione del cumulo gratuito dei contributi previdenziali alle pensioni anticipate. I lavoratori con contributi presso gestioni diverse, potranno sommarli senza costi, oltre che per il conseguimento della pensione di vecchiaia, anche per ottenere la nuova pensione anticipata. Si tratterebbe di 7 o 8 mila lavoratori per il 2017 e di oltre 15 mila per il 2018.

L’Ape volontaria e aziendale e l’Ape social

Da maggio 2017 chi ha compiuto 63 anni potrà lasciare il lavoro in anticipo fino a 3 anni e 7 mesi rispetto al “classico” pensionamento. Hanno diritto all’anticipazione pensionistica volontaria i lavoratori con almeno 20 anni di contributi. La pensione che verrà erogata al netto del rimborso del prestito dell’anticipo pensionistico, dovrà essere uguale ad almeno 1,4 volte il minimo pensionistico di 700 euro. La durata minima dell’anticipo è di 6 mesi e quella massima di 43 mesi.
L’Ape social spetta ai lavoratori disoccupati, a chi assiste da almeno 6 mesi il coniuge (o parente di primo grado convivente), a chi ha una riduzione della capacità lavorativa o ha almeno 36 anni di contributi e ha un lavoro usurante. L’Ape social è una prestazione assistenziale e l’assegno non potrà essere superiore a 1.500 euro.

La domanda all’Inps

Il lavoratore deve chiedere online la certificazione del diritto all’Ape e l’Inps fornirà istruzioni con l’importo minimo e massimo che può essere richiesto per ogni singolo lavoratore. Ottenuta la certificazione, il lavoratore farà richiesta all’Inps sia dell’anticipo pensionistico che della pensione. Nella richiesta dovranno essere indicate, per l’Ape volontaria e aziendale, sia la Banca che l’assicurazione che erogheranno il prestito e la polizza vita. La procedura per la richiesta sfrutterà il simulatore virtualeLa tua pensione” con cui si potrà scegliere importo e durata dell’Ape visualizzando il costo del rimborso ventennale e la sua incidenza sulla pensione futura.
L’istituto di credito e la compagnia assicurativa trasmettono i documenti sia al richiedente che all’Inps. Il lavoratore ha l’obbligo di indicare nel contratto di finanziamento curato dall’Inps sia la Banca che l’assicurazione che offriranno le coperture finanziarie. L’Inps, infatti, non svolge attività diretta di intermediazione creditizia o assicurativa.
Sui costi dell’operazione, in Legge di Bilancio, è già stato fissato uno sgravio pari al 50% in quota fissa sugli oneri per interessi legati al rimborso del prestito.

 

A pratica conclusa avverrà l’erogazione dell’assegno con cadenza mensile. I pagamenti decorrono entro il trentesimo giorno successivo al perfezionamento del contratto.

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