E’ strano come molte cose non cambino, come le competenze necessarie per trovare un lavoro oggi.
Trovare un lavoro oggi è sempre più difficile, in effetti, ora come ora è più facile inventarsi un lavoro che trovarne di liberi. C’è talmente tanta competizione per i pochi posti di lavoro disponibili che si liberano man mano che i lavoratori più anziani vanno in pensione, che trovarne uno è non diciamo impossibile ma molto, molto difficile.
E’ almeno dagli anni ’80, che nelle scuole italiane si dicono sempre le stesse cose: imparare la lingua inglese nel miglior modo possibile e saper usare il computer nel miglior modo possibile, sono queste i due principali requisiti per trovare un lavoro oggi come oggi.
Chi più ha studiato e si è formato, più avrà opportunità per trovare un lavoro ma dovrà innanzitutto ACCONTENTARSI.
E’ inutile cercare di fare l’insegnante di filosofia se gli insegnanti di filosofia non li vuole nessuno quindi:
prima di scegliere la scuola o il corso di laurea o il corso formativo, INFORMATEVI SUI LAVORI PIU’ RICHIESTI.
In base a quello, farete un corso o sceglierete la scuola che più si avvicina alle esigenze del mercato del lavoro e che si avvicina ai Vostri sogni.
Inutile laurearsi con 110 e lode in filosofia perchè si aspira a fare il filosofo, quando oggi come oggi è quasi impossibile trovare un lavoro da filosofo.
Sapere l’inglese a livello professionale:
L’economia non si basa più nel coltivare la terra da un pezzo, quella era l’economia primaria, non si basa più nemmeno nel fare 8 ore in fabbrica, quella era l’economia industriale, ora siamo in piena epoca del terziario, dove é importante conoscere e sapere.
Oggi tutto si fa in inglese, i Nostri PC parlano inglese, l’inglese é la lingua usata da tutto il mondo; la cosa non piace ai professori tromboni italiani che hanno una formazione classica?
Problemi loro, anzi: problemi della scuola italiana, perché poi la loro opinione, che poteva essere valida nel XIX° secolo, influisce pesantemente su un sistema scolastico formativo indietro di decenni sulle lingue straniere.
Solo il 20% dei laureati italiani padroneggiava bene la lingua inglese, nel 2013, una percentuale da far rabbrividire. Provate a parlare con un ‘profugo africano’, vedrete che, oltre la sua lingua, conosce bene il francese o l’inglese, e molto probabilmente lo conosce meglio di Voi.
Un conto è sapere l’inglese per viaggiare, per avere relazioni minime, un conto é sapere l’inglese tecnico, per lavorare o fare una discussione profonda.
Sapere altre lingue oltre l’inglese, sarebbe bene, oltre che conoscere l’inglese ad un ottimo livello, sapere lingue che in un mercato unico servono, come la lingua tedesca, oppure la lingua spagnola, che può aiutare nei paesi sudamericani.
Conoscenze digitali:
Qui si apre un mondo di conoscenze, che spesso anche gli addetti ai lavori hanno solo in parte.
Non parliamo di saper programmare, cosa che invece sarebbe bene conoscere ad un livello elementare, come programmare una App, per esempio, ma cose più semplici, alla portata di tutti.
Essere presenti sui social network e saperli usare. Se é facile iscriversi a Facebook e postare 4 gattini, é più difficile imparare a comunicare e riuscire a far condividere un Nostro contenuto a decine, meglio se a centinaia di persone, entrano in gioco la scienza della comunicazione, che di per sé ha un corso di laurea, ma che si può imparare anche grazie a qualche corso di specializzazione.
Conoscenza dei Big Data: la cosa migliore sarebbe avere una formazione specifica su questo campo, dove gli operatori di dati sono molto ricercati.
Stage formativo ed esperienze di lavoro:
Una vecchia canzone di Edoardo Bennato faceva più o meno così: “Dopo il liceo che potevo far, non c’era che l’università, ma il resto, poi é una vergogna..“. Ecco, non bisogna fermarsi alla laurea, quello non é un punto di arrivo ma un inizio, un inizio per nuove esperienze lavorative, conoscere nuove persone, nuovi posti, nuovi modi di lavorare ( meglio se l’esperienza lavorativa é all’estero e meglio se si é retribuiti; diffidate di chi non vuole pagarvi, non ricevere uno stipendio – seppure piccolo all’inizio – fa male alla Vostra autostima.
Stage: come dicevamo, molti si fermano alla laurea, invece la laurea significa solo avere le basi per poter iniziare a studiare e ad ottenere qualcosa di una determinata professione. Una professione si dice tale perché chi la fa, deve continuamente studiare, bisogna fare continuamente aggiornamenti, finché la esercita.
Disponibilità a spostarsi e lavorare all’estero:
Purtroppo bisogna dare atto ad alcuni antipatici politici italiani, nonché a molti economisti mondiali, che gli italiani sono mammoni. Non vale per tutti, ma é la Nostra cultura, che ci abitua a stare sotto la gonna della mamma, a non spostarci, cosa che invece ora, molte grandi aziende richiedono.
Quando c’é la selezione di personale, ci sono domande trabochetto del tipo: “Vorresti lavorare vicino a casa, oppure a 100 km. da casa o in un paese straniero?“: Voi date sempre la disponibilità anche per un paese straniero, spesso, in base alle Vostre risposte sarete selezionati. Certo: poi dovete essere realmente disposti a spostarvi. Una volta che conoscete l’inglese non avrete problemi per vivere fuori casa. Non avrete mammina che Vi prepara il pranzetto, ma conoscerete gente nuova, nuovi modi di vivere, poi mammina, la potrete sempre risentire tramite una video chiamata.
Saper trovare un lavoro sul web e saper usare internet:
Potrà sembrare un controsenso, ma secondo gli esperti del lavoro sentiti da Confindustria (tramite Il Sole 24h), è proprio chi riesce a navigare meglio, più facilmente riesce a trovare un lavoro.
Non é detto che chi sta sempre su internet riesca ad usare bene Google, ad esempio ci sono ragazzini che stanno tutto il giorno sul computer, ma che ci stanno per giocare online
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