Pensioni: contributi da riscatto – costo, calcolo, come funzionano, come fare il riscatto dei contributi

I contributi da riscatto per pensioni, sono dei contributi versati in un secondo momento rispetto al reale periodo di svolgimento dell’impegno o del lavoro per il quale si stanno versando, contributi che servono per poter arrivare al minimo contributivo dei tempo in modo da aver diritto alla pensione.
Sono generalmente associati a dei periodi della vita in cui non si è davvero lavorato nel senso comune del termine, ma piuttosto si è svolta un’attività a tempo pieno non retribuita.
Quando si arriva in vecchiaia si sente l’esigenza di versare i contributi per quei periodi della vita in modo tale da accorciare la strada verso la pensione. Vediamo insieme come funzionano i contributi da riscatto, chi può chiederli e quali iter bisogna seguire per presentare domanda.

Contributi da riscatto: caratteristiche e tipologie di periodo coperte da questi versamenti

I contributi da riscatto possono interessare dei periodi di attività nei quali non si è percepita contribuzione perché la stessa natura dell’attività ne era priva, oppure perché era facoltà delle due parti contraenti (datore di lavoro e dipendente) non versarli, ed è stata fatta questa scelta.
Le omissioni di versamento dei contributi possono riguardare anche un buco legislativo, nel senso che magari all’epoca dello svolgimento non era necessario versare una contribuzione per quell’attività, mentre in seguito è stata varata una legge apposita.
Il datore di lavoro sarebbe tecnicamente un fuorilegge, ma questo non vale perché le norme non hanno valore retroattivo: a questo punto entra in scena il dipendente, che non ha la possibilità di pretendere dal datore quei contributi mai versati e deve riscattarseli da solo.

Quanto costa riscattare un anno di contributi Inps

Il costo dipende dal tipo di attività svolta che si deve riscattare, ovviamente.
Il calcolo viene fatto in base a dei coefficenti che cambiano periodicamente e sono basati sull’età della persona, il sesso ed altri parametri.
Il lavoratore deve raggiungere una riserva matematica, cioè i soldi che servono per poter ricongiungere i contributi assicurativi e che è calcolato in base ai contributi futuri.

  • In pratica si fa il calcolo della pensione che spetterebbe compresi i periodi che saranno riscattati
  • Dall’importo si toglie la pensione che spetterebbe SENZA i periodi che saranno riscattati.
  • Sulla cifra rimanente, si applicheranno i coefficienti di cui sopra.

Dato il calcolo personalissimo di questo tipo di contributi, non possiamo portarvi grandi esempi, che potrebbero confondere il lettore, ma Vi consigliamo di affidarvi ad un CAF che vi farà gratis il calcolo dei contributi da versare per poter riscattare i periodi lavorativi ( o universitari o di militare) in cui non vi sono stati versati contributi a fini pensionistici.

Pensioni: contributi da riscatto - costo, calcolo, come funzionano, come fare il riscatto dei contributi

Contributi da riscatto per pensioni

Alcuni lavori, non prevedendo una vera e propria contribuzione, richiedono però l’obbligo assicurativo per i dipendenti: anche quei contributi, se non sono mai stati versati, possono essere riscattati.
I periodi non coperti da contribuzione che è più comune tentare di riscattare sono quelli legati agli studi: laurea breve, laurea magistrale e cicli unici di laurea sono periodi di 3 o 5 anni che possono aiutare non poco a raggiungere l’agognata pensione.
Anche se non esiste più il servizio obbligatorio di leva, un altro periodo molto comune da riscattare a livello di contributi è il servizio militare: in epoche passate, quando tutti lo svolgevano, anch’esso dava una grande mano ai fini pensionistici, soprattutto se i suoi 12, 15 o 18 mesi di durata si andavano a sommare ai 4 o 5 anni di attività universitaria.
I laureati in professioni giuridiche, scientifiche, mediche o della comunicazione, che sono obbligati ad un certo numero di mesi di praticantato non retribuito per essere abilitati alla professione, possono riscattare questo praticantato ai fini pensionistici.
Infine, si possono riscattare anche periodi come l’astensione dal congedo di maternità, i lavori che hanno una risonanza sociale e gli impieghi svolti temporaneamente grazie a contratti di collaborazione.

Chi ha diritto di presentare la domanda?

Possono presentare la domanda per i contributi da riscatto per la pensione tutti i lavoratori che siano in possesso di un’assicurazione lavorativa autonoma, ma anche i dipendenti parasubordinati in situazione di gestione separata, i lavoratori autonomi a gestione speciale e i partecipanti ai gruppi di fondo pensionistico particolare promossi dallo stesso Inps.
Ogni domanda è diversa ed è tarata su misura per la persona che la presenta, quindi non è possibile fornire in anticipo un prospetto delle spese che il contribuente dovrà sostenere per riscattare i contributi: basti pensare che al momento di presentazione della domanda verrà comunicato, dopo una valutazione, l’intero importo da pagare. Le domande, tra l’altro, vanno rivolte alla propria sezione territoriale dell’Inps, favorendo quindi la comodità senza bisogno di recarsi in grandi città.

Come fare il riscatto dei contributi: modalità di pagamento e iter burocratico

Il riscatto dei contributi non versati nel corso della vita non è pensato soltanto per le generazioni ormai tecnologizzate, ma anche per tutti coloro che sono nati ed hanno iniziato a lavorare ben prima dell’accento del computer. Per questo le modalità di pagamento sono il più possibile semplificate e rese possibili in luoghi fisici, oltre che a distanza.
Pagare per riscattare i contributi è un’attività che si può fare tramite MAV inviato direttamente all’Inps, pagato dall’home banking o da qualsiasi sportello bancario, ma si può andare a pagare anche nelle tabaccherie che aderiscono all’iniziativa nota con il nome di “Reti Amiche”. Gli sportelli della banca Unicredit, per altro, permettono anche di effettuare pagamenti da bancomat o direttamente dal conto, per i titolari di conti presso quell’istituto di credito.
Gli amanti del computer possono farlo ovviamente online, sul sito ufficiale dell’Inps; esiste comunque un numero di telefono da chiamare in caso di problemi o malfunzionamenti di qualche circuito.

Dilazionamento di pagamento nel tempo

I pagamenti possono essere effettuati in un’unica rata oppure in più rate. La prima modalità è espletata in una sola soluzione e va effettuata entro due mesi dalla ricezione di ricevuta che certifica che la domanda di riscatto è stata accolta.
Chi sceglie di pagare a rate, invece, può dilazionare nel tempo il pagamento purché non superi i cinque anni. I pagamenti a rate non vengono in nessun modo concessi a chi è già pensionato.
Chi paga a rate deve anche sapere che l’importo da riscattare è soggetto a interessi che si basano sugli andamenti del mercato momentaneo, e che comunque la cifra di contributi da riscattare non deve essere inferiore a quella che si raggiungerebbe sommando tutti gli interessi per il numero di rate.
Ogni rata non può essere più bassa di 27 euro al mese.
Importantissime, poi, sono le scadenze: il mancato pagamento della prima rata comporta la perdita della domanda, che l’Inps archivierà come già espletata senza possibilità di appello. Questo vale anche per chi sceglie la soluzione unica e non corrisponde l’intera cifra entro i 60 giorni dalla notifica.
Se si è in ritardo con una rata nel corso dei pagamenti bisogna richiedere personalmente all’Inps di riconsiderare la propria domanda per non farla archiviare: non si può comunque essere in ritardo con più di cinque rate.
Chi smette improvvisamente di pagare non perde tutto, ma si vede accreditati soltanto i contributi raggiunti con il versamento delle rate che ha corrisposto fino a quel momento.

Perché conviene riscattare i contributi e quando conviene farlo

Riscattare i contributi non percepiti è buona norma soprattutto in un periodo storico nel quale le pensioni sono un miraggio sempre più lontano. È facile, infatti, che l’età pensionistica si alzi ancora, oppure he vengano varate nuove norme e nuovi criteri per accedere alla previdenza sociale: in questo modo chi ha da parte già un piccolo gruzzolo di contributi può servirsene.
Conviene in ogni caso fare i riscatti di periodi come i lavori stagionali non retribuiti o a contratto, la laurea e il militare in età molto giovane, appena si trova un impiego regolamentato e discretamente stabile: la cifra da pagare, infatti, sarà proporzionata al reddito del momento, quindi sicuramente inferiore rispetto a quella dovuta da una persona di mezza età che è ai più alti vertici della propria azienda ed ha uno stipendio molto cospicuo.

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