Riforma Pensioni 2024: Tutte le Novità del Governo Meloni

La riforma pensioni 2024 è stata oggetto di un lungo dibattito politico e sociale, ma alla fine è stata confermata la linea del governo Draghi di non apportare modifiche strutturali al sistema previdenziale.

In particolare, i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) e alla pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) rimangono invariati.

Le principali novità riguardano:

  • La conferma di Quota 103, che consente l’uscita dal lavoro a 62 anni di età e 41 di contributi, con un’aliquota di pensione pari al 75%.
  • L’estensione di Ape sociale a nuove categorie di lavoratori, tra cui i caregiver e gli operai agricoli.
  • La possibilità di cumulare la pensione con il reddito da lavoro, fino a un massimo di 8.000 euro annui.

Queste misure sono destinate a interessare un numero limitato di lavoratori, in particolare coloro che hanno maturato un’anzianità contributiva elevata o che appartengono a categorie particolarmente disagiate.

Dopo il 2026, i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria saranno congelati per 5 anni. Questo significa che, a partire dal 1° gennaio 2027, per andare in pensione anticipata ordinaria sarà necessario avere sempre 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

La riforma pensioni 2024 è stata criticata da chi ritiene che non vada incontro alle esigenze dei lavoratori, che si trovano a dover lavorare sempre più a lungo per ottenere una pensione dignitosa. Tuttavia, il governo ha sostenuto che la riforma è necessaria per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale italiano.

Riforma Pensioni 2024: tutte le novità del Governo Meloni
Sopra: la dottoressa Fornero che ha dato il nome alla più importante legge sulle pensioni in Italia dalla fine del dopoguerra

A che età si può andare in pensioni oggi in Italia

In Italia, oggi, 14 ottobre 2023, sono previsti i seguenti requisiti per l’accesso alla pensione:

  • Pensione di vecchiaia: 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
  • Pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
  • Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi, con un’aliquota di pensione pari al 75%.
  • Ape sociale: 63 anni di età e 36 anni di contributi, per determinate categorie di lavoratori (disoccupati, caregiver, lavoratori precoci, invalidi, ecc.).

Inoltre, è possibile cumulare la pensione con il reddito da lavoro, fino a un massimo di 8.000 euro annui.

Ecco una tabella riepilogativa dei requisiti per l’accesso alla pensione in Italia, a partire dal 1° gennaio 2024:

Tipo di pensione Età Contributi
Pensione di vecchiaia 67 20
Pensione anticipata ordinaria 42 anni e 10 mesi (uomini) 41 anni e 10 mesi (donne)
Quota 103 62 41
Ape sociale 63 36

Ecco una spiegazione dettagliata di ciascun caso:

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia è la forma di pensione più comune in Italia. Per accedervi, è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi e aver raggiunto l’età di 67 anni.

1. Pensione anticipata ordinaria

La pensione anticipata ordinaria consente di andare in pensione prima dei 67 anni, ma con un’aliquota di pensione inferiore. Per accedervi, è necessario aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

2. Quota 103

Quota 103 è una misura sperimentale, in vigore solo nel 2023, che consente di andare in pensione a 62 anni di età e 41 anni di contributi, con un’aliquota di pensione pari al 75%.

3. Ape sociale

Ape sociale è una misura di sostegno al reddito per lavoratori di determinate categorie particolarmente disagiate. Per accedervi, è necessario aver maturato almeno 36 anni di contributi e aver raggiunto l’età di 63 anni.

4. Cumulo pensione e reddito da lavoro

Dal 2009, in via generale, è possibile cumulare la pensione con il reddito da lavoro, dipendente o autonomo. Tuttavia, esistono alcune eccezioni e alcuni limiti legati al tipo di prestazione pensionistica percepita e alle modalità di accesso alla pensione.

In particolare, le prestazioni pensionistiche che non sono cumulabili con il reddito da lavoro sono:

  • La pensione di invalidità civile
  • La pensione di inabilità
  • La pensione di reversibilità
  • La pensione di guerra

Le prestazioni pensionistiche che sono cumulabili con il reddito da lavoro, entro determinati limiti, sono:

  • La pensione di vecchiaia
  • La pensione anticipata ordinaria
  • Quota 103
  • Ape sociale

Inoltre, per le prestazioni pensionistiche che sono cumulabili con il reddito da lavoro, è necessario rispettare i seguenti limiti:

  • Il reddito da lavoro non può superare il 50% dell’assegno pensionistico.
  • Il reddito da lavoro non può superare i 4.800 euro lordi annui per i lavoratori dipendenti e i 9.600 euro lordi annui per i lavoratori autonomi.

Questi limiti sono destinati a essere modificati a partire dal 1° gennaio 2024.

Età Pensionabile della Riforma Fornero spiegata facile

Legge 214 del 2011 pensioni art 24, comma 12 chiamata anche la riforma Fornero, introdotta nel 2011, ha portato ad un aumento progressivo dell’età pensionabile in Italia. In particolare, i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia sono stati fissati a:

  • 66 anni e 7 mesi per il biennio 2018-2019;
  • 67 anni a partire dal 2020.

Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, i requisiti sono stati fissati a:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a partire dal 2021.

La riforma Fornero ha inoltre introdotto una serie di misure di flessibilità in uscita dal lavoro, tra cui:

  • Opzione donna: consente alle donne di andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi, a partire dal 2018.
  • Quota 100: consentiva di andare in pensione a 62 anni di età e 38 di contributi, dal 2019 al 2021.
  • Quota 102: consentiva di andare in pensione a 64 anni di età e 38 di contributi, dal 2022 al 2023.

La riforma Fornero è stata criticata da chi ritiene che abbia portato ad un aumento eccessivo dell’età pensionabile e che abbia penalizzato i lavoratori con retribuzioni più basse. Tuttavia, il governo ha sostenuto che la riforma era necessaria per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale italiano.

In conclusione, l’età pensionabile della riforma Fornero è di 67 anni per la pensione di vecchiaia e di 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria.

Le pensioni di chi non ha versato contributi:

In Italia, le persone che non hanno mai lavorato non hanno diritto alla pensione previdenziale, che è basata sui contributi versati durante la vita lavorativa. Tuttavia, possono avere diritto ad alcune forme di assistenza sociale, tra cui:
  • L’assegno sociale: è una prestazione assistenziale prevista per tutti coloro che non hanno mai lavorato nel corso della vita e, di conseguenza, non hanno mai versato contributi previdenziali. L’importo dell’assegno sociale è di 563,74 euro per le persone sole e di 967,28 euro per le coppie.
  • La pensione di invalidità civile: è una prestazione assistenziale prevista per le persone con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 74%. L’importo della pensione di invalidità civile è variabile a seconda del grado di invalidità.
  • La pensione di inabilità: è una prestazione assistenziale prevista per le persone che, a causa di un infortunio o di una malattia, sono inabili al lavoro e non possono svolgere alcuna attività lavorativa. L’importo della pensione di inabilità è variabile a seconda del grado di inabilità.

Per richiedere l’assegno sociale, la pensione di invalidità civile o la pensione di inabilità, è necessario presentare domanda all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Inoltre, le persone che non hanno mai lavorato possono avere diritto ad alcune forme di sostegno al reddito, tra cui:

  • Il reddito di cittadinanza: è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, che prevede un sostegno economico mensile per le famiglie che si trovano in una condizione di disagio economico. NB: è STATO CANCELLATO
  • Il reddito di inclusione sociale (REI): è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, che prevede un sostegno economico mensile per le famiglie che si trovano in una condizione di disagio economico e che partecipano a un percorso di inclusione sociale.

Per richiedere il reddito di cittadinanza o il reddito di inclusione sociale, è necessario presentare domanda all’INPS.

In conclusione, le persone che non hanno mai lavorato in Italia possono avere diritto ad alcune forme di assistenza sociale o di sostegno al reddito, ma non hanno diritto alla pensione previdenziale.

A quale età si può prendere la pensione sociale o assegno sociale e chi ne ha diritto

L’assegno sociale è una prestazione assistenziale erogata dall’INPS a cittadini italiani e stranieri residenti in Italia che si trovano in condizioni economiche disagiate.

Requisiti

Per avere diritto all’assegno sociale è necessario:

  • Avere compiuto 67 anni di età;
  • Risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo;
  • Avere un reddito complessivo annuo inferiore ai limiti previsti dalla legge.

Limiti reddituali

I limiti reddituali per l’assegno sociale sono fissati annualmente dalla legge. Per il 2023, i limiti sono i seguenti:

  • Persone sole: 6.542,51 euro annui;
  • Coppie: 13.085,02 euro annui.

Importo

L’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro per le persone sole e di 967,28 euro per le coppie.

Domanda

La domanda di assegno sociale può essere presentata all’INPS tramite:

  • Centro per l’impiego;
  • Posta;
  • Inps online.

Sospensione e revoca

L’assegno sociale può essere sospeso o revocato nei seguenti casi:

  • Superamento dei limiti reddituali;
  • Trasferimento di residenza all’estero;
  • Decesso del titolare.

Conclusione

L’assegno sociale è una prestazione assistenziale importante per i cittadini italiani e stranieri che si trovano in condizioni economiche disagiate.

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