Calcolo pensione sbagliato dall’INPS: come comportarsi 

Può capitare, anche più spesso di quanto si pensi, che alcuni pensionati percepiscano una pensione di importo inferiore a quella che gli spetterebbe, per diversi motivi

Questa situazione può derivare da errori di calcolo, mancata inclusione di periodi contributivi, ecc. In ogni caso, è fondamentale rivolgersi all’ente pensionistico per richiedere un ricalcolo della pensione, al fine di ottenere un rimborso e iniziare a ricevere mensilmente il giusto importo.

Perché la pensione può essere errata?

Gli errori dell’INPS nel calcolo della pensione sono dovuti a diverse ragioni. Spesso, però, gli importi sbagliati derivano da quelli che vengono definiti contributi silenti, che si riferiscono a periodi di contribuzione versati ma non utilizzati

Fanno parte di questa categoria i contributi versati a seguito del pensionamento, quelli relativi al servizio militare, oppure quelli versati in casse previdenziali differenti, che il soggetto non ha unificato sotto un’unica gestione attraverso la ricongiunzione dei contributi

In ogni caso, a prescindere dal motivo dell’errore, è necessario effettuare un ricalcolo della pensione in modo da poter stabilire con certezza l’importo mensile da ricevere. 

Calcolo pensione sbagliato dall’INPS: come comportarsi 

Come controllare se ci sono errori?

Per verificare se ci sono degli errori nel calcolo della pensione, è necessario controllare l’estratto conto INPS, un documento dettagliato che elenca tutti i contributi previdenziali accreditati nelle gestioni gestite dall’ente pensionistico. 

Questo comprende sia i contributi obbligatori che quelli volontari versati nel corso degli anni lavorativi. Inoltre, tiene traccia dei contributi relativi a periodi specifici, come gli anni di laurea, che possono essere riscattati per aumentare il montante pensionistico. Allo stesso modo, vengono inclusi i contributi provenienti da altre gestioni. 

Se nell’estratto conto non sono presenti tutti i contributi versati, alcuni calcoli effettuati dall’INPS possono essere sbagliati; in questo caso la pensione percepita potrebbe non essere corretta. 

Come fare ricorso all’INPS

Per poter inviare un ricorso all’INPS al fine di accertare l’errore sull’importo della pensione è necessario inviarlo contro il provvedimento di liquidazione della pensione al comitato gestore del fondo presso cui si è iscritti, entro 90 giorni dalla data di ricevimento del provvedimento. 

È possibile altresì inviare il ricorso amministrativo tramite patronato oppure mediate il sito web ufficiale dell’INPS, sezione Ricorsi Online accedendo con il proprio Spid, Cns o carta di identità elettronica. È consigliabile allegare tutta la documentazione possibile (è possibile farlo grazie alla apposita sezione presente nella sezione Ricorsi online) al fine di circostanziare il ricorso. 

Ad esempio, se il motivo del ricorso è la liquidazione di una pensione più bassa rispetto a quella spettante, è quantomeno opportuno allegare al ricorso la documentazione da cui si evince che i calcoli sono sbagliati (Estratto conto INPS, Inpdap, Modelli PA04 ecc.). Nel caso in cui l’INPS dovesse rigettare il ricorso, o in caso di mancata risposta da parte di quest’ultima, sarà necessario rivolgersi a un legale e incardinare un vero e proprio giudizio entro e non oltre tre anni. Il termine di prescrizione dei ratei arretrati spettanti, infatti, è pari a tre anni. 

Ovviamente il termine in questione si riferisce solo ai ratei arretrati, il diritto a percepire la pensione, invece, è fondamentale ed è irrinunciabile dalla parte il che lo rende imprescrittibile e non sottoponibile a decadenza.

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